giovedì 31 maggio 2012

IMU: MOZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI DI CENTRO SINISTRA



Pubblichiamo di seguito la mozione con la quale i consiglieri comunali di centro sinistra chiedono al Sindaco di rimborsare ai cittadini, come da impegno assunto in sede di Consiglio Comunale, le somme applicate con la tassa una tantum dell’addizionale Enel 2011:


MOZIONE
Consiglieri Comunali Centro Sinistra

Oggetto: Provvedimenti aliquote IMU

Premesso

che con il decreto legge 201 del 2011, convertito dalla legge 214 del 22-12-2011 è stata istituita una nuova tassa denominata IMU (imposta municipale propria);

che sulla base della normativa attualmente in vigore, sono tenuti a pagare l’IMU tutti i possessori di fabbricati compresa l’abitazione principale e le sue pertinenze;

che le aliquote  IMU 2012 possono essere fissate da ciascun comune aumentando o diminuendo l’aliquota ordinaria che per le abitazioni sono così fissate dalla legge:

-         l’aliquota di base dell’imposta è pari allo 0,76 per cento. I comuni con deliberazione del Consiglio Comunale, adottata ai sensi dell’art. 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, possono modificare in aumento o in diminuzione l’aliquota di base sino a 0,3 punti percentuale;

-         l’aliquota per l’abitazione principale e le relative pertinenze è ridotta allo 0,4 per cento. I Comuni possono modificare in aumento o in diminuzione la suddetta aliquota sino a 0,2 punti percentuale;

-         l’aliquota per i fabbricati rurali ad uso strumentale di cui all’art. 9, comma 3-bis, del decreto legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133 è ridotta allo 0,2 per cento. I Comuni possono ridurre la suddetta aliquota fino allo 0,1 per cento;

-         i Comuni possono ridurre l’aliquota di base fino allo 0,4 per cento nel caso di immobili non produttivi di reddito fondiario ai sensi dell’art. 43 del testo unico di cui al d.p.r. n. 917  del 1986, ovvero nel caso di immobili posseduti dai soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società, ovvero nel caso di immobili locati.

Considerato

che il prelievo fiscale   dell’ IMU incide considerevolmente sul bilancio delle famiglie che sono costrette ad affrontare con difficoltà  la pressione fiscale determinata con il decreto Salva-Italia e lo stato della crisi economica che il Paese sta vivendo;

che la quasi totalità delle famiglie di Ceglie Messapica vive con un solo reddito ed in molti casi fa riferimento ad un lavoro precario o a tempo determinato;

che nel corso degli anni le stesse famiglie hanno fatto enormi sacrifici per possedere un’abitazione di proprietà;

che il reddito medio ai fini dell’addizionale IRPEF nella nostra città è al quindicesimo posto dell’intera provincia di Brindisi.

Ritenuto

che la situazione economica contingente non consente di vessare ulteriormente i cittadini, anzi ci obbliga, almeno moralmente di rendere meno gravosa la pressione fiscale.

Impegna il Sindaco e la Giunta
al fine di rimborsare ai cittadini, come da impegno assunto dal Sindaco in sede di Consiglio Comunale, le somme applicate con la tassa una tantum dell’addizionale Enel 2011 equivalenti a 230.000 Euro, ad utilizzare le facoltà ed i poteri previsti per legge attraverso:

-         una riduzione dell’aliquota per l’abitazione principale e pertinenze, fino al massimo dello 0,2 per cento determinando l’aliquota all’0,2 per cento;

-         una riduzione dell’aliquota IMU dello 0,3 per cento per la seconda casa che risulti ad uso gratuito ai figli e/o parenti entro il 1° grado ed adibita ad abitazione principale determinando l’aliquota all’ 0,46 per cento;

-         una riduzione dell’aliquota IMU per i fabbricati rurali ad uso strumentale fino al massimo dello 0,1 per cento;

-         una riduzione dell’aliquota IMU per i beni immobili non produttivi di reddito fondiario, sino al massimo dello 0,4 per cento;

-         non aumentare l’aliquota di base dell’imposta.  







   

martedì 29 maggio 2012

IL PENSIERO MERIDIANO - ANDARE LENTI

"Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro e invece correre è guardarne soltanto la copertina.
Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l’anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada.
Bisogna imparare a star da sé e aspettare in silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani. Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è darei nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. È suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che viene su da solo, da un accordo tra mente e mondo.
Andare lenti è fermarsi su lungomare, su una spiaggia, su una scogliera inquinata, su una collina bruciata dall’estate, andare lenti è conoscere le differenze della propria forma di vita, i nomi degli amici, i colori e le piogge, i giochi e le veglie, le confidenze e le maldicenze. Andare lenti sono le stazioni intermedie, i capistazione, i bagagli antichi e i gabinetti, la ghiaia e i piccoli giardini, i passaggi a livello con gente che aspetta, un vecchio carro con un giovane cavallo, una scarsità che non si vergogna, una fontana pubblica, una persiana con occhi nascosti all’ombra. Andare lenti è rispettare il tempo, abitarlo con poche cose di grande valore, con noia e nostalgia, con desideri immensi sigillati nel cuore e pronti ad esplodere oppure puntati sul cielo perché stretti da mille interdetti.
Andare lenti è ruminare, imitare lo sguardo infinito dei buoi, l’attesa paziente dei cani, sapersi riempire la giornata con un tramonto, pane e olio. Andare lenti vuol dire avere un grande armadio per tutti i sogni, con grandi racconti per piccoli viaggiatori, teatri plaudenti per attori mediocri, vuol dire una corriera stroncata da una salita, il desiderio attraverso gli sguardi, poche parole capaci di vivere nel deserto, la scomparsa della folla variopinta delle merci e il tornar grandi delle cose necessarie. Andare lenti è essere provincia senza disperare, al riparo dalla storia vanitosa, dentro alla meschinità e ai sogni, fuori della scena principale e più vicini a tutti i segreti[...]


da "Il pensiero meridiano" di Franco Cassano - Capitolo I 

Andare lenti è oramai una sfida, ardua ma non impossibile. Un bisogno primario, ignorato troppo spesso dalla coscienza dei più. La nostra vita è diventata una corsa e tutti, purtroppo, ci siam persi cercando quello che non c'è.
Troppo alte, irrimediabilmente troppo alte, sono diventate le nostre aspettative.
Probabilmente se rallentassimo un po' ci renderemmo conto che viviamo in un Paese superficiale e volgare, fiero della sua stessa decadenza. Rallentando un po' forse ci renderemmo conto che troppi presunti uomini guardano con superbia e arroganza i loro simili dall'alto verso il basso, e certo non lo fanno per aiutarli a risollevarsi.
Rallentando un po', forse, ci indigneremmo di più, vedendo che i criminali vengono sepolti in secolari basiliche e che le vittime di mafia non vengono neppure ricordate con una messa.
Rallentando un po', forse, sentiremmo come una ferita viva e bruciante il dolore di chi non riesce a mettere neppure un tozzo di pane nella bocca di suo figlio.
Chissà, magari andando lenti capiremmo tutti che il potere non può e non deve essere una faccenda individuale, ma che deve, invece, presupporre la coralità di uno sterminato pluralismo di identità, esperienze e sensibilità.
Andare lenti è diventato un bisogno primario.
Facendolo, forse, capiremmo qualcosa in più, è nessuno oserebbe alzare la mano per strappare vilmente la vita di una ragazzina, angelo bellissimo e sfortunato.
Aveva ragione Dylan Thomas. Da tutto questo: "Con ardore desiderai allontanarmi".



Il forum "Cultura" di Sinistra Ecologia Libertà - Circolo "Peppino Impastato" Ceglie Messapica

sabato 26 maggio 2012

RACCOLTA FIRME PER LA "DOPPIA PREFERENZA"







Sabato 26 maggio il Comitato Promotore di Ceglie Messapica allestirà un banchetto per la raccolta firme sulla legge regionale di iniziativa popolare sulla "doppia preferenza", dalle ore 10 alle 13 in via Catullo (zona mercato, incrocio via Matteotti) e dalle ore 19 alle 22, invece, sarà allestito il gazebo in piazza Sant'Antonio.

Domenica 27 maggio, il gazebo sarà allestito in piazza Sant'Antonio dalle 10 alle 13 e dalle 19 alle 22.

Questi i punti essenziali di cambiamento:
- In ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%;
- La lista che non rispetti questa caratteristica non è ammessa;
- In tutti i programmi di comunicazione politica deve essere assicurata la presenza paritaria di candidate/i di entrambi in sessi;
- In risalto con pari evidenza la presenza di candidate/i di entrambi i sessi nella lista presentata dal soggetto politico che realizza il messaggio;
- Si possono esprimere uno o due voti di preferenza;
- Se si esprimono due preferenze, queste non possono riferirsi a candidate/i dello stesso sesso;
- Se si esprimono due preferenze per candidate/i dello stesso sesso, la seconda preferenza è nulla.





















mercoledì 23 maggio 2012

LA BANDA DEL SOGNO INTERROTTO

I Modena City Ramblers (noti anche nella forma abbreviata MCR) sono un gruppo musicale italiano nato nel 1991.
Autodefiniscono il loro genere musicale come combat folk, dichiarando sin dall'esordio un amore incondizionato per il folk irlandese, le cui sonorità rimangono anche dopo l'influenza di altri generi, in particolare il rock con contaminazioni punk.
Questo brano, tratto dall'album: "La grande famiglia" (1996), è chiaramente dedicato alle vittime della mafia:

 

A Palermo nel cuore del centro c'è un'antica focacceria
davanti alla Chiesa di San Francesco, si ritrovano sempre li
seduti al tavolo che fu di Sciascia a bere Heineken e caffè
sono la banda del sogno interrotto di una Sicilia che non c'è

c'è Isidoro, c'è Simone, Beppe il biondo della pantera
Alex De Lisi l'artista da guerra che usa il pennello come una bandiera
il loro capo Ottavio Navarra è stato eletto adesso sta a Roma
si è comprato un vestito decente ma dentro ha ancora più rabbia di prima

Didilala-hey didilala-hay
se non sono ancora stanchi non si stancheranno mai
non li fermano con gli spari, non li fermano con le TV
sono i veri siciliani e non si fermeranno più

Hanno sfilato in manifestazione, raccolti distratta solidarietà
hanno pianto Falcone e gli altri, hanno guardato sbarcare i parà
volantinato Zen e Acquasanta e non so quanti altri quartieri
intanto il governo ha sbloccato gli appalti e la mafia riapre i cantieri

Non so se noi ne avremo il coraggio, se prenderemo la via del nord
o meglio ancora via dalle palle, fare in culo a tutti voi
perchè nella banda del sogno interrotto non sono molti i fortunati
sono in tutto quaranta persone di cui trentotto disoccupati
Didilala-hey didilala-hay...

GLI UOMINI PASSANO, LE IDEE RESTANO...




 

Ricorre oggi il XX anniversario della strage di Capaci in cui persero tragicamente la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo, i tre agenti della scorta.
Vent’anni non sono pochi.
Eppure per chi quel giorno c’era, sembra solo ieri.
Un avvenimento che ha segnato le nostre vite.
Per chi, come chi scrive, all’epoca era poco più che adolescente, quel 23 maggio 1992 resta un segno indelebile.
Un avvenimento che, a tratti incomprensibile per la mente ingenua di un adolescente dell'epoca, col passare degli anni, rivela sempre più la sua tragicità.
Molti aspetti e retroscena di quell’evento, difficili da comprendere pienamente per gli adolescenti di allora, oggi appaiono chiari e limpidi alla mente adulta di quelle stesse persone oggi quarantenni, oggi madri e padri di famiglia, ed il valore di quegli uomini, o meglio di quegli Eroi, appare ancora più in tutto suo splendore, perché se non ci fossero stati loro questa società sarebbe sicuramente peggiore di ora.
Ecco perché il ricordo di quell' evento va trasmesso come un testimone, di generazione in generazione.
A 20 anni da quel tragico attentato, la lotta contro il crimine organizzato dev’essere tuttora viva e l'impegno sempre più forte, perché soltanto la memoria e l'educazione alla legalità possono fare da monito e da antidoto per le future generazioni.
Per questo, ricordare il sacrificio di due grandi uomini come Falcone e Borsellino, che hanno pagato con la vita il loro impegno nella lotta contro la mafia, non significa soltanto rendere loro omaggio, ma anche riconfermare un impegno della società a non abbassare mai la guardia, perchè l’impegno per la legalità è una priorità assoluta.
La reazione immediata e di massa di questi giorni all'attentato di Brindisi e all'assassinio della giovane studentessa Melissa Bassi, al di là della matrice mafiosa o meno che l'ha ispirato, ci dimostra che il principio di legalità è ben presente nei giovani e nei meno giovani e questo anche grazie a gente come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ma occorre fare ancora di più.
Solo se la comunità si mobilita in massa si potrà fermare la criminalità, perché, come diceva lo stesso Giovanni Falcone “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”. (Giovanni Falcone).
Affinchè la comunità si mobiliti sempre e comunque, è necessario educare le giovani generazioni alla legalità sin dai loro primi passi, ogni giorno, affinchè il sacrificio di questi eroi non venga reso vano, e affinchè la mente dei giovani ne comprenda il valore sin dalla loro esistenza e non solo quando si sono sacrificati, perché "Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia  svanirà come un incubo" (Paolo Borsellino).
Oggi dunque è' più che mai necessario che soprattutto i giovani non si lascino scoraggiare da minacce e da atti intimidatori come quello di Brindisi.
E' con questo spirito che il Circolo S.E.L. "Peppino Impastato" di Ceglie Messapica intende omaggiare Giovanni Falcone, sua moglie e tutti gli uomini della sua scorta e rivolgere un pensiero alla piccola Melissa, assassinata proprio dinanzi ad una scuola che porta il nome del giudice  Falcone e di sua moglie Francesca Morvillo.

Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali,
 continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini."  
                                                  Giovanni Falcone




Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Peppino Impastato" - Ceglie Messapica

mercoledì 9 maggio 2012

"LA MAFIA E' UNA MONTAGNA DI MERDA"

" A Giuseppe Impastato
assassinato dalla mafia il 9 Maggio 1978.
Il centro Impastato ricorda il suo contributo di idee e di esperienza nella lotta contro il dominio mafioso e per il rinnovamento della società."



Recita così la targa affissa davanti la porta di "Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato", diversi anni prima che la magistratura riconoscesse la morte di Peppino come assassinio per mano della mafia. Ci sono voluti ben 23 anni prima che i mandanti fossero individuati e condannati. Ci sono voluti ben 23 anni di lotte, di ricorsi, di esposti, di petizioni affinché la madre, Felicia Bartolotta, il fratello, Giovanni, e tutti gli amici avessero giustizia per Peppino, abbandonato per 23 anni anche dalle Istituzioni. Ma alla fine la verità è venuta a galla. La verità viene sempre a galla.
Ed oggi, 09 Maggio 2012, vogliamo ricordarlo nell'anniversario della sua uccisione per onorare la memoria di un uomo che ha dedicato la propria esistenza alla ribellione contro "la montagna di merda" che, col suo olezzo, impedisce ad ogni essere vivente, che ha la sfortuna di entrarci in contatto, di poter vivere libero. Perché "la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare, prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!" e Peppino aveva ragione.
Quanti politici, quanti soggetti all'interno delle Istituzioni e della società civile, quante persone (se così possono essere appellate) fanno oggi parte di questo esercito silenzioso e invisibile? Perchè sì, è questo ciò a cui ha sempre ambito la mafia: confondersi, nascondersi, mescolarsi tra la gente e non essere più riconoscibile, così da lavorare indisturbata per i propri interessi.
Ma pare sia accaduto qualcosa di più grave all'interno nostro Paese: non solo è diventata irriconoscibile, ma, laddove viene riconosciuta, c'è gente che continua ancora a voltarsi dall'altra parte, facendo finta che certe cose, certi atteggiamenti, facciano parte integrante della nostra cultura, della nostra identità. Ed è per questo che dobbiamo fare in modo che uomini come Peppino non vengano mai dimenticati. E' per questo che le sue parole, le sue idee, il suo messaggio venga divulgato come se lo stesse facendo lui stesso dai microfoni di Radio Aut. Perché nessuno possa ancora essere costretto ad abbassare la testa o non possa indignarsi contro qualcosa che può e deve essere sconfitta!


Tuttavia, la lotta, oggi, è diventata ancora più difficile, sebbene il vero volto di questo fenomeno, che ha fatto sua l'arte della dissimulazione, sia stato smascherato, grazie anche a coloro che hanno pagato con la vita il prezzo della libertà. Infatti è grazie al loro sacrificio che il "braccio armato" di Cosa Nostra è stato, in parte, disarmato, anche se la mafia dai "colletti bianchi" rimane ancora al proprio posto, dove decide le sorti di un intero popolo, se non dell'umanità tutta.

Non restiamo indifferenti di fronte a tutto questo, non dimentichiamo, non voltiamoci dall'altra parte, non trinceriamoci dietro il muro dell'omertà, poiché solo in questo caso, allora, il sacrificio di Peppino sarà vano!
Non facciamolo solo per lui, facciamolo anche per noi: è un nostro sacrosanto diritto vivere in un Paese che ci garantisca giustizia, Istituzioni trasparenti e politica pulita. Come quella che "lui" faceva ai suoi tempi.
Perché, come amava ripetere continuamente Felicia, "state attenti, occhi aperti, il futuro siete voi", ed aveva proprio ragione: il futuro siamo noi. Un futuro ricco di buona politica, legalità e senza "montagne di merda".