Dalla morte del figlio, Felicia ha aperto la sua casa a tutti coloro che volevano conoscere Peppino. Diceva: «Mi piace parlarci, perché la cosa di mio figlio si allarga, capiscono che cosa significa la mafia. E ne vengono, e con tanto piacere per quelli che vengono! Loro si immaginano: ‘Questa è siciliana e tiene la bocca chiusa’. Invece no. Io devo difendere mio figlio, politicamente, lo devo difendere. Mio figlio non era un terrorista. Lottava per cose giuste e precise>>.
Un figlio che: «... glielo diceva in faccia a suo padre: ‘Mi fanno schifo, ribrezzo, non li sopporto... Fanno abusi, si approfittano di tutti, al Municipio comandano loro’... Si fece ammazzare per non sopportare tutto questo».
Prima donna in Italia
a costituirsi Parte Civile, insieme al figlio
Giovanni, in un processo di mafia.
Una donna straordinaria, che non si è mai arresa, neanche
quando tutti intorno a lei, la invitavano alla rassegnazione. Una mamma
coraggio che ha sposato gli ideali del figlio e che con incredibile forza ha
lottato per trasmetterli. “La mafia non si combatte con
la pistola ma con la cultura”.
A lei va il nostro ricordo.
Sinistra Ecologia
Libertà
Circolo “Peppino
Impastato" - Ceglie Messapica
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