martedì 29 maggio 2012

IL PENSIERO MERIDIANO - ANDARE LENTI

"Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro e invece correre è guardarne soltanto la copertina.
Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l’anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada.
Bisogna imparare a star da sé e aspettare in silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani. Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è darei nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. È suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che viene su da solo, da un accordo tra mente e mondo.
Andare lenti è fermarsi su lungomare, su una spiaggia, su una scogliera inquinata, su una collina bruciata dall’estate, andare lenti è conoscere le differenze della propria forma di vita, i nomi degli amici, i colori e le piogge, i giochi e le veglie, le confidenze e le maldicenze. Andare lenti sono le stazioni intermedie, i capistazione, i bagagli antichi e i gabinetti, la ghiaia e i piccoli giardini, i passaggi a livello con gente che aspetta, un vecchio carro con un giovane cavallo, una scarsità che non si vergogna, una fontana pubblica, una persiana con occhi nascosti all’ombra. Andare lenti è rispettare il tempo, abitarlo con poche cose di grande valore, con noia e nostalgia, con desideri immensi sigillati nel cuore e pronti ad esplodere oppure puntati sul cielo perché stretti da mille interdetti.
Andare lenti è ruminare, imitare lo sguardo infinito dei buoi, l’attesa paziente dei cani, sapersi riempire la giornata con un tramonto, pane e olio. Andare lenti vuol dire avere un grande armadio per tutti i sogni, con grandi racconti per piccoli viaggiatori, teatri plaudenti per attori mediocri, vuol dire una corriera stroncata da una salita, il desiderio attraverso gli sguardi, poche parole capaci di vivere nel deserto, la scomparsa della folla variopinta delle merci e il tornar grandi delle cose necessarie. Andare lenti è essere provincia senza disperare, al riparo dalla storia vanitosa, dentro alla meschinità e ai sogni, fuori della scena principale e più vicini a tutti i segreti[...]


da "Il pensiero meridiano" di Franco Cassano - Capitolo I 

Andare lenti è oramai una sfida, ardua ma non impossibile. Un bisogno primario, ignorato troppo spesso dalla coscienza dei più. La nostra vita è diventata una corsa e tutti, purtroppo, ci siam persi cercando quello che non c'è.
Troppo alte, irrimediabilmente troppo alte, sono diventate le nostre aspettative.
Probabilmente se rallentassimo un po' ci renderemmo conto che viviamo in un Paese superficiale e volgare, fiero della sua stessa decadenza. Rallentando un po' forse ci renderemmo conto che troppi presunti uomini guardano con superbia e arroganza i loro simili dall'alto verso il basso, e certo non lo fanno per aiutarli a risollevarsi.
Rallentando un po', forse, ci indigneremmo di più, vedendo che i criminali vengono sepolti in secolari basiliche e che le vittime di mafia non vengono neppure ricordate con una messa.
Rallentando un po', forse, sentiremmo come una ferita viva e bruciante il dolore di chi non riesce a mettere neppure un tozzo di pane nella bocca di suo figlio.
Chissà, magari andando lenti capiremmo tutti che il potere non può e non deve essere una faccenda individuale, ma che deve, invece, presupporre la coralità di uno sterminato pluralismo di identità, esperienze e sensibilità.
Andare lenti è diventato un bisogno primario.
Facendolo, forse, capiremmo qualcosa in più, è nessuno oserebbe alzare la mano per strappare vilmente la vita di una ragazzina, angelo bellissimo e sfortunato.
Aveva ragione Dylan Thomas. Da tutto questo: "Con ardore desiderai allontanarmi".



Il forum "Cultura" di Sinistra Ecologia Libertà - Circolo "Peppino Impastato" Ceglie Messapica

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