domenica 7 aprile 2013

PROPOSTA DI LEGGE S.E.L.: ABOLIZIONE DEL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA





I Governi di Centrodestra, guidati da PDL e Lega, dopo il varo della Legge Bossi-Fini hanno inasprito la politica dell’emigrazione chiudendo le frontiere, senza cercare di tutelare la vita dei migranti e senza riuscire a gestire il flusso, scaricando il peso degli sbarchi sulle popolazioni e sulle città di confine.
Il centrodestra – spinto dalla propaganda e retorica leghiste – per anni ha cavalcato la paura del clandestino, straniero assurto a simbolo e a causa dell’insicurezza collettiva.
Esempio di questa politica muscolare pseudo - razzista è il reato di immigrazione clandestina, inserito nel nostro ordinamento giuridico con l’approvazione della Legge 94 del 2009 , che all’articolo 10 bis impone alle autorità competenti nel territorio nazionale di  denunciare la persona definita come “clandestina”, ovvero il migrante colpevole di non possedere o di avere perduto (suo malgrado e anche temporaneamente) il proprio permesso di soggiorno.
Il “reato di clandestinità” introdotto dai Governi di Centrodestra ha portato l’Italia a stravolgere la ratio della politica migratoria messa in atto dall’Europa.
Un fenomeno così complesso non può essere affrontato con una politica dell’emergenza e del “pugno duro a prescindere”, ma dev’essere inquadrato in un discorso più ampio che tenga conto dei diritti e delle libertà individuali di ciascuno.
Difatti questa legge è stata ampiamente sconfessata da alcune direttive europee che eccepiscono sulle norme italiane, le quali prevedono l’espulsione automatica o – in alcuni casi – le pene detentive per mancato allontanamento volontario.
Il 3/5/2011, la Corte di Giustizia ha dichiarato l'illegittimità rispetto al Diritto Comunitario della normativa nazionale che prevede il carcere per i cittadini di paesi extracomunitari per il solo fatto di non aver ottemperato nel termine di legge l'ordine di lasciare il territorio di uno Stato membro.
La Corte di Giustizia Europea ha definitivamente posto in rilievo il conflitto tra normativa comunitaria e normativa interna, disponendo che la direttiva 2008/115/CE deve essere interpretata nel senso che la normativa di uno Stato membro non può prevedere l’irrogazione della pena della reclusione per la sola ragione che un cittadino di un paese terzo, il cui soggiorno sia irregolare, abbia violato l’ordine di lasciare il Paese entro un determinato termine.
La Corte Europea dei diritti umani ha inoltre condannato l’Italia per i respingimenti dei migranti verso la Libia e al risarcimento di 15 mila euro a 24 immigrati che furono riaccompagnati nel 2009, senza alcuna possibilità di fare richiesta di asilo, dove subirono violenze e abusi da parte del regime di Tripoli.
Il rimpatrio, – come più volte chiarito dalla Corte Europea  è cosa diversa dal respingimento immediato. Inoltre appare critica la permanenza degli stranieri nei C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione), che a volte sembrano ledere il rispetto costituzionale dei diritti e delle tutele individuali.
 Lo Stato italiano si trova dunque scoperto su più fronti: da un lato appare inadeguato a mettere in campo un’efficace gestione dell’emigrazione e dall’altro risulta inadempiente dal punto di vista della legislazione europea creando in una condizione di illegalità rispetto alla  normativa europea, disattendendo le nostre norme costituzionali in tema di diritti  inalienabili delle persone, nonché le convenzioni internazionali a tutela dello  straniero
Tutto ciò è dovuto alle politiche messe in atto dai Governi di Centrodestra.
Si tratta di un dibattito che si trascina da lungo tempo in Italia
In questi giorni Sinistra Ecologia e Libertà  ha depositato alla Camera dei Deputati un progetto di legge per l'abolizione del “reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” introdotto dal governo Pdl-Lega Nord nel 2009 con una delle sue leggi sulla sicurezza.
La proposta di legge, sulla scia di quanto stabilito dall’Unione Europea, e in  linea con i principi di uno Stato di diritto, dispone dunque l'abrogazione della norma  che si pone in evidente contrasto con il dettato costituzionale sui diritti inalienabili delle persone, nonché con le convenzioni internazionali a tutela dello straniero, che  peraltro ha comportato nel tempo l’incarcerazione di più di 3.000 persone. I proponenti auspicano che la proposta venga posta in tempi brevi all’attenzione del Parlamento, in tal modo ponendo un tassello importante per una  legislazione sulla materia dell’immigrazione che esca dall'emergenza e  dall'evocazione della paura del diverso, e che si basi sul rispetto dei diritti  costituzionali delle persone e sulle soluzioni percorribili nel bene della convivenza  civile".

per il progetto di legge presentato alla Camera da Sinistra Ecologia e Libertà

Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Peppino Impastato" - Ceglie Messapica

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