"È dato all’uomo per le eterne leggi, respirare e lavorare;
anche la più alta legge del nostro Stato non può non riconoscerlo: lo specifica
l’art. 4 della Costituzione.
Non tradiremo le nostre famiglie, non tradiremo le nostre
leggi: il lavoro è organizzazione del caos, è verità che incarnandosi in vita
migliora il mondo.
Questo paese può diventare, per le sue naturali ricchezze,
oggi sciupate, un angolo dei più belli della terra, dove tutti si potrà vivere
veramente da uomini. Nessuno rimanga con le mani in mano; o occupato in modo
indegno: il lavoro è lavoro solo se utile a uno come a tutti.
Uomini e donne, giovani e non più giovani che ancora potete
aiutare, gente di ogni partito e di ogni idea: rimbocchiamoci le maniche,
usciamo da questa puzza materiale e spirituale.
Se non cerchiamo noi di
toglierci da questa mortificante puzza, - noi che, immersi, la soffriamo, - chi
mai possiamo aspettare che ce ne venga a togliere? <<Se manca uno,
mancano tutti>>.
Perdoniamo chi ci ha fatto del male: ma cerchiamo, per noi e
per tuttti, i rapporti, anche strutturali, più perfetti. Siamo uomini di pace. Sono
sicuro che non ci sarà nessuno che ci impedirà in questa sacra opera".
Dnanilo Dolci da “Processo all’art. 4”
Il 2 febbraio 1956 il sociologo Danilo Dolci veniva arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti a lavorare nella Trazzera vecchia, una strada nei pressi di Partinico (Palermo) abbandonata all'incuria. Al commissario di polizia che era intervenuto per interrompere quello "sciopero alla rovescia", come venne chiamato, Dolci rispose che "il lavoro non e' solo un diritto, ma per l'articolo 4 della Costituzione un dovere: che sarebbe stato, era ovvio, un assassinio non garantire alle persone il lavoro, secondo lo spirito della Costituzione". L'accusa era di occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale e a Dolci e ai suoi venne negata la liberta' provvisoria. Si racconta che un poliziotto gli si avvicino' dicendogli: ''Signor Dolci, ma perche' non torna a casa a scrivere i suoi libri invece di farsi arrestare?''.
All'indomani dell'arresto di Dolci esplose in Italia una autentica rivolta con interrogazioni parlamentari e forti prese di posizione degli intellettuali e della gente comune. L'opinione pubblica allora si mobilito' contro la polizia e il governo Tambroni, deputati e senatori intervennero con interrogazioni parlamentari, le voci piu' influenti del paese si schierarono a fianco di Dolci.
Cio' che avvenne intorno allo sciopero alla rovescia di Trazzera vecchia, nelle piazze, nelle camere di polizia, sui giornali, nei tribunali, fu lo scontro sui modi opposti di considerare la legalita' in Italia: la Costituzione, come regola vivente dei cittadini, contro la pratica dell'autoritarismo gerarchico, eredita' fascista. Da qui il titolo del libro, che significava che le autorita' trascinavano alla sbarra, non tanto il gruppo dei manifestanti, quanto la Costituzione stessa.
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Peppino Impastato" - Ceglie Messapica
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