Il 9 Maggio 1978 veniva assassinato Peppino
Impastato. Giornalista,
attivista di sinistra e politico, ucciso per meno della mafia.
Ma quel giorno di 36
anni fa l'Italia guardava altrove.
Peppino fu ucciso lo stesso giorno in cui venne
ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani.
Intanto a Cinisi, a inizio maggio del '78
era in corso l’ultima settimana di campagna elettorale per il rinnovo
del consiglio comunale.
Partecipava anche Democrazia proletaria,
piccola formazione dell’estrema sinistra guidata da Peppino Impastato, un
giovane di 30 anni.
Poco dopo le otto di sera, Peppino lasciò la
redazione di Radio-Aut, piccola emittente alternativa di Terrasini. "Ciao
a tutti, vado a casa a cenare. Sarò di ritorno alle ventuno", disse. Non
tornò mai più.
La mattina dopo i carabinieri trovarono
un tratto di ferrovia divelto e i brandelli del cadavere di
Peppino. Forse un attentato-suicidio, si disse. Non era così, ma
dovettero passare anni, tanti anni e depistaggi evidenti, prima che
un tribunale della Repubblica condannasse il boss mafioso Gaetano
Badalamenti all’ergastolo come mandante dell’assassinio di Peppino
Impastato.
Intanto, il 14 maggio 1978, alle elezioni
amministrative di Cinisi, Peppino Impastato veniva eletto con 264 voti.
36 anni sono passati. Ma la
memoria di Peppino e delle sue idee non sono affatto state dimenticate. Basti
pensare che lo scorso febbraio le parole ed il pensiero di Peppino sono giunti
fino sul palco di San Remo, in una serata dedicata alla bellezza. Non poteva
allora mancare la definizione della bellezza, così come delineata da Peppino
Impastato in una delle sue poesie, con inimitabile spontaneità, naturalezza e appunto…poesia…
La stessa poesia è stata
ricordata sul palco dell’ultimo concerto del 1° maggio.
Per noi del Circolo Sel di
Ceglie Messapica, che a Peppino abbiamo voluto dedicare il nome del circolo,
questa è una data di fondamentale importanza.
E lo è ancora di più da
quando, nel gennaio 2013, abbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitare il
fratello di Peppino, Giovanni, in tre indimenticabili giorni durante i quali
siamo stati a stretto contatto con lui.
Tre giorni di profonda
emozione, accanto a chi quell’esperienza l’ha vissuta in prima linea. In quei
giorni con Giovanni non abbiamo parlato solo di legalità. Abbiamo condiviso
racconti di vita vissuta, aneddoti su Peppino, ma anche racconti di vita
comune, opinioni, politica, musica, ecc., come dei comuni amici, il tutto
passeggiando per le strade della nostra città o seduti ad un tavolo come comuni
commesali
Ciò a conferma della
semplicità di Giovanni. Una semplicità e umiltà che tuttavia non sono bastati a
far venire meno in noi la consapevolezza di avere accanto una persona dal cuore
enorme, reso tale dalla sofferenza ma allo stesso tempo dalla volontà e
ostinazione di voler continuare a portare il messaggio di Peppino in giro per
l’Italia, fino alla fine dei suoi giorni.
Ascoltare i racconti su
Peppino, i tratti del suo carattere, le sue paure, i suoi sogni, le sue
speranze, direttamente dal fratello Giovanni, non solo ci ha riempito di
emozione e forza interiore, ma ci ha dato ancor più la conferma che il sacrificio
di Peppino non è stato affatto vano, come affatto vana è la testimonianza che
Giovanni continua a portare in giro per l’Italia.
Per noi del circolo, e per
tutti i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa resterà per sempre il
ricordo indelebile dell’emozione di quei giorni.
Grazie Peppino, grazie Giovanni