venerdì 9 agosto 2013

QUALE FUTURO PER LE COPPIE DI FATTO?



L’esistenza delle coppie di fatto è ormai una realtà consolidata e accolta da chiunque, perfino il più tradizionalista ne sostiene, la validità almeno come esperimento pre-matrimoniale.
Le ragioni della scelta sono diverse e personali, ma in tutte si può leggere un provvidenziale declino dell’idea classica famiglia a favore di un nuovo tipo di unione, più elastico, ma di certo non meno solido.
La chiave di lettura è “la scelta”, e questo genere di scelte, dovrebbero, in uno stato di diritto essere tutelate e riconosciute, già nell’articolo 2 della costituzione, la Repubblica riconosce e le garantisce le formazioni sociali.

« La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. »
I problemi che due conviventi devono affrontare sono tristemente legati allo stato di disagio o di bisogno che la vita spesso presenta, non si può, per esempio, autorizzare un intervento medico urgente e rischioso, chiedere permessi di lavoro se il partner si ammala e se uno dei due conviventi muore e la casa in comune era di sua proprietà,  questa spetta agli eredi legittimi del defunto; il convivente potrà continuare ad abitarci solo se l'altro lo aveva disposto con testamento in suo favore.
Molti paesi europei riconoscono le coppie di fatto e garantiscono loro diritti che li equiparano alle coppie sposate, in Italia solo alcune regioni stanno istituendo dei registri anagrafici delle unioni civili, tentando di supplire alla mancanza di una regolamentazione nazionale.
La strada è ancora lunga, solo in questi giorni gli aggettivi “naturale e legittimo” vicini al nome “figlio” sono finalmente scomparsi, ridando dignità alla parola naturale, che solo in questo caso prendeva un’accezione negativa, uguagliando tutti i figli sia quelli nati all’interno di un matrimonio che quelli nati al di fuori, in pratica fino a ieri un figlio naturale, doveva non solo sorbirsi il peccato originale di tipo religioso, ma anche il peccato laico.

Grazia Marseglia – Direttivo Sel


1 commento:

  1. la costituzione però considera famiglia solo quella fondata sul matrimonio
    Art. 29."La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio."
    se uno non si vuole sposare perchè non vuole i doveri perchè dovrebbe pretendere i diritti?

    RispondiElimina