L’esistenza delle coppie di fatto è ormai una realtà consolidata
e accolta da chiunque, perfino il più tradizionalista ne sostiene, la validità
almeno come esperimento pre-matrimoniale.
Le ragioni della scelta sono diverse e personali, ma in tutte si
può leggere un provvidenziale declino dell’idea classica famiglia a favore di
un nuovo tipo di unione, più elastico, ma di certo non meno solido.
La chiave di lettura è “la scelta”, e questo genere di scelte,
dovrebbero, in uno stato di diritto essere tutelate e riconosciute, già
nell’articolo 2 della costituzione, la Repubblica riconosce e le garantisce le
formazioni sociali.
« La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale. »
I problemi che
due conviventi devono affrontare sono tristemente legati allo stato di disagio
o di bisogno che la vita spesso presenta, non
si può, per esempio, autorizzare un intervento medico urgente e rischioso,
chiedere permessi di lavoro se il partner si ammala e se uno dei due conviventi muore e la casa in comune era di sua proprietà, questa spetta agli
eredi legittimi del defunto; il convivente potrà continuare ad abitarci solo se
l'altro lo aveva disposto con testamento in suo favore.
Molti paesi europei riconoscono le coppie di fatto e
garantiscono loro diritti che li equiparano alle coppie sposate, in Italia solo
alcune regioni stanno istituendo dei registri
anagrafici delle unioni civili, tentando di supplire alla mancanza di una
regolamentazione nazionale.
La strada è ancora lunga, solo in questi giorni gli aggettivi
“naturale e legittimo” vicini al nome “figlio” sono finalmente scomparsi,
ridando dignità alla parola naturale, che solo in questo caso prendeva
un’accezione negativa, uguagliando tutti i figli sia quelli nati all’interno di
un matrimonio che quelli nati al di fuori, in pratica fino a ieri un figlio
naturale, doveva non solo sorbirsi il peccato originale di tipo religioso, ma
anche il peccato laico.
Grazia Marseglia –
Direttivo Sel
la costituzione però considera famiglia solo quella fondata sul matrimonio
RispondiEliminaArt. 29."La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio."
se uno non si vuole sposare perchè non vuole i doveri perchè dovrebbe pretendere i diritti?