venerdì 22 febbraio 2013

RIPARTIRE DAL LAVORO


"Il lavoro è la leva dello sviluppo della persona, la chiave di accesso alla cittadinanza, l’espressione più reticolare della democrazia. Una cittadinanza senza lavoro è priva sia di reddito che di partecipazione alla produzione della ricchezza nazionale.
Non si esce dalla crisi, non si rimette in moto un grande paese come l’Italia senza conversione ecologica dell’economia, senza investimenti in istruzione e ricerca, senza innovazione e cambiamento del modello di specializzazione, senza qualità del lavoro. Servono 50 miliardi di euro da investire per creare nuova occupazione.
In questi anni invece si è imboccata la strada contraria, verso l’ambiente come verso il lavoro, riducendo diritti sociali, occupazione, in particolar modo giovanile e femminile, retribuzioni".

Questa la premessa con la quale si apre il primo punto del programma elettorale di Sinistra Ecologia e Libertà per le prossime elezioni politiche.
Punti programmatici in tema di lavoro sono:
  • Piano Verde per il lavoro
  • combattere la precarietà nell’ingresso al lavoro
  • combattere la precarietà quando si esce dal lavoro
  • ripristino dell’articolo 18  ed estensione alle aziende al di sotto dei quindici dipendenti
  • estensione in senso universale degli ammortizzatori sociali a tutte le tipologie dei rapporti di lavoro
  • affrontare in modo strutturale il problema degli esodati 
  • investire sullo stato sociale
  • riforma del sistema previdenziale 
  • aumento dell’occupazione femminile  

Noi proponiamo di investire sullo stato sociale: esso prima di tutto non è un costo, bensì una condizione essenziale allo sviluppo e alla coesione sociale. Per consentire alle ragazze e ai ragazzi l’autonomia e la libertà di sottrarsi al ricatto della precarietà proponiamo il reddito minimo garantito di 600 euro.

Per garantire un futuro previdenziale ai giovani, oggi negato, proponiamo una riforma del sistema previdenziale che rivaluti le pensioni; che definisca età pensionabili differenti a seconda dei differenti lavori; che riconosca contributi figurativi per la cura dei figli e l’assistenza alle persone.

L’aumento dell’occupazione femminile è in grado di determinare un aumento del PIL fino al 7%, come sostiene la Banca d’Italia.
Occorre per questo investire in infrastrutture sociali come gli asili nido, istituire congedi di paternità obbligatori di due settimane, dare sostegno fiscale alle imprese che aiutano la condivisione delle responsabilità familiari tra donne e uomini per mezzo della flessibilità degli orari di lavoro, fornire incentivi all’occupazione delle donne ed estendere l’indennità di maternità obbligatoria.
Perché uscire dalla crisi e da questa lunga stagione recessiva dell’economia è possibile prima di tutto con il lavoro delle donne.


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