In Italia i giovani possono appassionarsi e lavorare in un
settore a lungo bistrattato se l’agricoltura diventa innovativa e qualificata.
Per noi l’agricoltura
è una porta aperta verso il futuro. Il futuro di un’economia sana della
terra, di nuova occupazione e
nuova imprenditorialità per i giovani,
di una qualità del cibo e
dunque della salute, del rispetto e dell’equilibrio del territorio.
Già oggi in Italia il settore agroalimentare costituisce il
secondo comparto economico per entità di valore aggiunto e si possono aprire
spazi enormi se la politica, come noi proponiamo, metterà in atto un vero e
proprio progetto strategico rivolto all’agricoltura.
Esso consiste prima di tutto in un piano nazionale per
contrastare l’abbandono delle campagne. I punti principali del piano dovranno essere:
una franchigia fiscale totale per i
giovani agricoltori che si insediano nelle aree demaniali in stato di
abbandono; una moratoria del consumo di suolo agricolo, obiettivo che si
persegue con una legge urbanistica nazionale che fissa un tetto inderogabile e
decrescente al consumo del suolo; difendendo il reddito degli agricoltori,
burocrazia e in primo luogo del credito, principale causa dell’indebitamento
che sta strangolando la nostra agricoltura. Il vero salto di qualità
dell’agricoltura italiana si chiama cooperazione, aggregazione e integrazione
delle imprese agricole, tracciabilità delle produzioni agroalimentari ed
eticità delle tecniche di produzione, trasparenza delle informazioni sulla
formazione dei prezzi, promozione della filiera corta, tutela delle risorse
idriche. In ambito europeo occorre portare a compimento la battaglia per
l’etichettatura di origine degli alimenti
e portare l’Italia nel gruppo dei Paesi OGM free, valorizzando così
l’enorme patrimonio enogastronomico di cui disponiamo attraverso la garanzia dell’assenza
di organismi geneticamente modificati nell’intero settore agroalimentare.
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